17/08/12

Giornalisti siriani liberati dall’Esercito Siriano-16/8/2012

Le Forze Armate Siriane hanno liberato, in un operazione di alta professionalità militare, la squadra del canale satellitare siriano al-Ikhbariya, i quali erano stati rapiti da un gruppo armato terroristico 7 giorni fa ad al-Tal, area della campagna di Damasco.


13/08/12

Per salvare Yara al-Saleh Abbas!


È partita una campagna per richiedere il rilascio della giornalista siriana,
Yara al-Saleh Abbas e della sua squadra del canale televisivo Al Ikhbareya.

INVIA UNA MAIL CON OGGETTO "Per salvare
Yara al-Saleh Abbas!"
Minacciata di morte dai suoi rapitori, sequestrata assieme a tutta l'equipe della televisione ​​siriana sequestrata, il 10 agosto scorso nella periferia di Damasco.

Nella MAIL è necessario includere il seguente testo:

Signor Presidente della Repubblica francese,  
sappiamo che siete in contatto permanente con le milizie hanno rapito 
Yara al-Saleh Abbas, giornalista televisiva siriana ed Il suo team.
Questo giornalista è in pericolo di vita e può essere assassinata, 
come è accaduto di recente, ad altri giornalisti siriani.
Vi chiediamo di intercedere di persona per chiedere la liberazione 
di questa giornalista e dei suoi colleghi.

Indirizzi di
collaboratori del presidente francese François Hollande:

Pierre-Rene.Lemas@elysee.fr (Segretario Generale)
Aquilino.Morelle@elysee.fr (Consigliere Politico)
Emmanuel.Macron@elysee.fr (Segretario Generale aggiunto)
Nicolas.Revel@elysee.fr (Segretario Generale aggiunto)
Sylvie.Hubac@elysee.fr (Direttrice di gabinetto)
Alain.Zabulon@elysee.fr (Vice Direttore di gabinetto)
Pierre.Besnard@elysee.fr (Capo di gabinetto)
Paul.Jean-Ortiz@elysee.fr (Consigliere diplomatico)
Emmanuel.Bonne@elysee.fr (Consigliere per il Medio Oriente)
Benoit.Puga@elysee.fr (Capo di Stato Maggiore particolare)
Eric.Lavault@elysee.fr (Aiutante di campo)
Yann.Latil@elysee.fr (Aiutante di campo)

IL VIDEO RILASCIATO DAI RAPITORI:


31/07/12

La ULAN sospende l'agenzia statale del Paraguay

 
L'Unione Latinoamericana di Agenzie di Notizie (ULAN) ha condannato il colpo di stato istituzionale nei confronti di Fernando Lugo, Presidente eletto del Paraguay e ha sospeso dall'organizzazione Agencia de Información Pública (IP) del Paraguay, fino al ristabilimento della democrazia nel paese.
La decisione è stata presa dal Comitato esecutivo della ULAN, che si è riunito ieri e oggi a La Paz, e sarà presentato per la ratifica alla prossima riunione dell'organizzazione, che sarà a novembre in Argentina.Il Comitato Esecutivo ha inoltre riaffermato l'impegno della ULAN a difesa dei principi della democratizzazione dell'informazione e del diritto universale alle informazioni.
La ULAN insiste nella sua difesa dei diritti umani e della libertà di espressione, "simboli di governo democratico" nei paesi che lo compongono, e ha deciso di convocare un forum sulla libertà di espressione che si terrà insieme alla prossima assemblea.
In precedenza, i rappresentanti delle agenzie statali Agencia Venezolana de Noticias; Agencia Brasil, Télam (Argentina), IP Paraguay, Notimex, Andes (Ecuador), Prensa Latina (Cuba), Agencia Guatemalteca de Noticias y Agencia Boliviana de Información hanno condannato le uccisioni di giornalisti in Messico, Perù e Brasile da parte di gruppi legati al traffico di droga e hanno richiamato l'attenzione sulla necessità di eliminare tali pratiche.
Il Comitato esecutivo della ULAN ha lo scopo di promuovere la democratizzazione della comunicazione in America Latina e contribuire all'integrazione dei popoli, discutendo il ruolo delle agenzie di stampa e le nuove sfide del giornalismo nella regione.

Venezuela nel Mercosur


Il “golpe parlamentare” dello scorso 22 giugno in Paraguay, contro il Presidente eletto Fernando Lugo, ha mostrato un effetto boomerang non calcolato o quantomeno sottovalutato dall’oligarchia del paese e dagli Stati Uniti: l’entrata del Venezuela nel MERCOSUR.
Deciso nel corso del vertice dei Presidenti del Paesi membri del MERCOSUR, svoltosi a Buenos Aires il 29 giugno scorso, l’ingresso definitivo del Venezuela nel blocco, avverrà formalmente oggi, 31 luglio, con una cerimonia solenne a Rio de Janeiro.
Per anni il Parlamento del Paraguay, era riuscito a bloccarne l’allargamento al Venezuela di Chavez, ed era uno dei fattori di scontro con il presidente Lugo, probabilmente il principale assieme al tentativo di una riforma agraria.
Ma nei giorni seguenti al colpo di Stato, in violazione del regolamento del blocco, al Paraguay è stata sospesa l'adesione e il diritto di voto e di veto a tempo indeterminato. La decisione, è valida fino al «ripristino delle istituzioni democratiche».
Ed è così che, su proposta della Presidente brasiliana Dilma Roussef e con l’approvazione immediata dell'omologa argentina Cristina Fernández e di José Mujica, Presidente dell'Uruguay, il Venezuela entrerà a far parte del MERCOSUR  a pieno titolo e definitivamente.
L'organizzazione fu istituita con il Trattato di Asunción firmato il 26 marzo 1991 da Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay, con l'obiettivo di realizzare un mercato comune, attraverso l’abolizione dei dazi doganali tra i paesi membri e l’applicazione di tariffe comuni verso paesi terzi.
Il Mercado Común del Sur è ora costituito da Brasile, Argentina, Uruguay e Venezuela, con la sospensione del Paraguay, e ha come Stati associati, in veste di osservatori, la Bolivia, il Cile, la Colombia, l'Ecuador e il Perù.

19/07/12

Cauca - Colombia: lo sgombero ordinato da Santos, provoca 26 feriti tra gli indigeni


Il presidente della Colombia, Juan Manuel Santos, mercoledì ha ordinato lo sgombero degli indigeni dalla base militare causando almeno 26 feriti tra gli indigeni, negli scontri con i membri della polizia anti-sommossa (ESMAD), riportato dal corrispondente di Telesur in Colombia, Angie Camacho. Camacho ha detto che tra i feriti, uno risulta ferito da proiettile di fucile, mentre un'altra persona risulta disperso.
In questo momento gli indios, circa 3.000, hanno praticamente accerchiato la collina di Berlin, e mentre cercavano di scalare la collina, (
nel comune rurale di Toribio nel dipartimento del Cauca) sono stati attaccati con gas lacrimogeni, da parte della polizia anti-sommossa che cercano di impedire che gli indiosi ritornino ad occupare la base militare ai piedi delle tre antenne di comunicazione.
(Getty Images)

Dal 10 luglio gli abitanti del nord del Cauca hanno avviato azioni di resistenza ai combattimenti tra l'esercito e le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC-EP), che hanno causato centinaia di sfollati nella regione.
Le azioni adottate dagli indios sono quelle di smantellare le trincee degli insorti e delle truppe dell'esercito per porre fine ai combattimenti nella zona
.
Alcuni giorni fa, circa mille abitanti della comunità di Toribio, hanno attaccato circa 200 soldati schierati nella base militare situata sulla collina di Berlin, dopo aver distrutto le loro trincee e tende, tenendone una trentina in stato di fermo.

11/04/12

LIBERI!!!!

Mi è giunta ora la notizia che i due compagni sono stati liberati dalle autorità dello Sri Lanka, sotto la pressione del movimento, della solidarietà internazionale e del governo australiano.

09/04/12

Comunicato Urgente - Altre sparizioni nello Sri Lanka

 
La delegazione internazionale, presente nello Sri Lanka, proveniente dall’Italia in occasione della conferenza inaugurale del Front-line Socialist Party, prevista per il giorno 9 Aprile nella capitale Colombo, denuncia la scomparsa di due tra i più autorevoli esponenti del costituendo partito politico. Si tratta di Premakumar Gunaratnam, leader di primo piano del Movimento di Lotta Popolare, organizzazione sociale del partito ed esponente di spicco, tra i papabili segretari, del Front-line Socialist Party, e di Dimithu Attygalle, responsabile del settore femminile e per le questioni internazionali dell’organizzazione.
Le modalità della scomparsa sono stupefacenti, sia per il modo come sembrano essersi sviluppati gli eventi, sia per la singolare tempistica dei fatti. I due leader sono diventati irreperibili nello stesso momento e per ore, al punto che al momento in cui vengono scritte queste note non si ha alcuna notizia di loro: nessuno sa dire dove possano trovarsi e le loro utenze telefoniche sono inattive, con i telefoni cellulari spenti o non raggiungibili. Dopo la scomparsa di Gunaratnam, che è inoltre cittadino australiano, presso la propria abitazione è stata perfino rinvenuta la sua automobile gravemente danneggiata, con i finestrini e le ruote devastate.
Il tutto alla vigilia della conferenza inaugurale del partito, dove i due leader vrebbero certamente avuto un ruolo di primo piano, in un partito che intende collocarsi alla opposizione della attuale maggioranza di governo. Tutto ciò, per di più, in un contesto in cui, nel corso dell’ultimo anno, sono state registrate e denunciate numerose sparizioni nello Sri Lanka, puntualmente denunciate alla polizia ma su cui né le forze di polizia né le autorità di governo hanno saputo fare luce, mentre recente è il pronunciamento della Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, in merito a violazioni dei diritti umani registrate nel Paese e di cui è stata illustrata presso le Nazioni Unite una ampia documentazione.
Come delegazione internazionale, composta di esponenti politici e sindacali, attivisti per la democrazia e i diritti umani, non possiamo tacere la nostra forte preoccupazione e condividiamo l’allarme che viene espresso dagli amici e dagli attivisti del movimento che ci ospita. Riteniamo fondamentale che il congresso inaugurale di un nuovo partito politico, peraltro di opposizione, possa svolgersi in piena serenità e nel rispetto di tutte le garanzie democratiche, della struttura e di ogni singolo partecipante, elemento fondamentale per la democrazia e il pluralismo, nello Sri Lanka e non solo. Sollecitiamo le autorità pubbliche ed istituzionali a fare piena luce sull’accaduto e a dare risposta, nei tempi più rapidi,
ai tanti inquietanti interrogativi che queste sparizioni sollevano.
Per parte nostra ci impegnamo a sollevare la questione presso le nostre organizzazioni nazionali e a tenere alta l’attenzione su quanto accaduto, affinché della vicenda siano investite al massimo livello le autorità istituzionali e diplomatiche italiane, quale ulteriore elemento di tutela e di garanzia.

Sri Lanka, 7 Aprile 2012

Driss Enniya, Responsabile Ufficio Immigrati, CGIL Brescia
Gianmarco Pisa, Dipartimento Questioni Internazionali, Partito della Rifondazione Comunista
Alena Sikora, Responsabile Sportello Immigrati, Ass. Consumatori Utenti (ACU), Campania
Nicola Vetrano, avvocato, Presidente Regionale, ACU Campania

06/03/12

Dal mondo kurdo


In Turchia, centinaia di prigionieri politici curdi, tra cui tre Parlamentari hanno iniziato uno sciopero della fame a oltranza, per chiedere la liberazione del leader del PKK e il pieno riconoscimento dei diritti politici della popolazione curda. 
Dopo uno sciopero della fame a tempo determinato, attuato da diverse centinaia di prigionieri politici tra il 1 dicembre e il 15 febbraio, la mobilitazione ha raggiunto un coinvolgimento senza precedenti. 
Zeynep Teker, Presidente della Federazione delle Associazioni che offre assistenza legale alle famiglie dei prigionieri politici (Tuhad-Fed), ha dichiarato che dal 15 febbraio più di 400 prigionieri politici hanno iniziato lo sciopero della fame a tempo indeterminato. Più di 6.300 membri del BDP inclusi 31 sindaci, sei deputati e decine di membri dei consigli comunali, si trovano attualmente in carcere a seguito delle operazioni anti KCK, lanciate nell'aprile 2009, poche settimane dopo lo storico successo del partito curdo in elezioni comunali. Il regime turco ogni settimana arresta decine di persone, facendo così lievitare il numero dei detenuti dai 60.000 registrati nel 2002 a agli oltre 130.000 detenuti attualmente.

I prigionieri sono determinati
Gli scioperanti stanno protestando contro l'isolamento del leader curdo Abdullah Ocalan, imprigionato nell'isola di Imrali dal 1999 in stato di completo isolamento e che da oltre 7 mesi non può usufruire del diritto di incontrare i suoi avvocati. 
I prigionieri hanno chiesto la liberazione di Ocalan e di tutti i prigionieri politici, il riconoscimento ufficiale dei diritti collettivi del popolo curdo nella nuova Costituzione, rimarcando l’importanza del riconoscimento dell’identità curda e del diritto all'istruzione in lingua curda. Il Presidente del Tuhad-Fed ha dichiarato che i prigionieri sono determinati a continuare lo sciopero della fame fino a quando non verrà rilasciato Ocalan e ha lanciato un monito al Governo perché soddisfi le richieste degli scioperanti: "Il governo AKP e il Ministero della Giustizia saranno ritenuti responsabili per tutte le ripercussioni negative. La liberazione di Ocalan è una richiesta comune del popolo curdo".

Lo status di prigioniero di guerra
Da parte loro, gli 8.000 militanti del PKK detenuti nelle prigioni turche, hanno annunciato che non abbandoneranno lo sciopero se il Governo non risponderà positivamente alle loro richieste: “Se le nostre richieste non saranno prese in considerazione, chiederemo alle Nazioni Unite di poter beneficiare dello status di prigioniero di guerra.”

Parlamentari in sciopero
Fuori dalla prigione, il 20 e 21 febbraio circa 20 parlamentari del BDP hanno iniziato uno sciopero della fame, per sostenere i prigionieri. Centinaia di persone in tutto il paese, in particolare a Hakkari,Diyarbakir, Batman, Istanbul, Van e Sirnak, hanno deciso di aderire allo sciopero.

Sindacati in sciopero
La sezione KESK di Diyarbakır, ha annunciato che darà inizio a uno sciopero della fame per denunciare le crescenti e continue ondate di arresti. Anche i dipartimenti del DISK  di Diyarbakir, Urfa, Dersim, Siirt, Batman, Van, Agri e Kars hanno aderito a due giorni di sciopero della fame. "Le politiche di negazione e di eliminazione contro i curdi adottate dall'AKP, non stanno portando a nessuna soluzione. Noi lavoratori, non ci arrenderemo", ha detto il Saliha Aydeniz parlando a nome del KESK. Aydeniz ha aggiunto che i reati di pedofilia commessi nella prigione Pozantı, rappresentano uno degli strumenti di oppressione adottati dell'AKP.

05/03/12

Quella valigia dall'Ecuador


Il ministro degli Interni, Jose Serrano, ha annunciato che rilascerà un rapporto che mostra che il Ministero degli Esteri non è coinvolto nel caso della valigia diplomatica contenente la droga, dichiarando inoltre che verranno resi pubblici dati rilevanti per far chiarezza su questo caso, come le certificazione di tutte le valigia diplomatiche da parte della Polizia Nazionale sarà così pienamente dimostrato che il Ministero degli Esteri non ha alcuna responsabilità in materia. 
I politici dell'opposizione hanno colto la questione per attaccare il governo e chiedere la rimozione del cancelliere Ricardo Patino, mentre in realtà loro stessi sono sospettati di aver creato appositamente la vicenda.
A questo proposito è stato sottoposto anche in Italia, un Manifesto di solidarietà al governo del Presidente Correa e al Ministro Ricardo Patino, dove si respingono gli attacchi personali ricevuti dal Cancelliere Ricardo Patino in questi ultimi giorni, che non fanno che confermare che l’unica finalità dell'opposizione, di alcuni gruppi di pressione e di alcuni mezzi di comunicazione, è di creare un’atmosfera negativa, tergiversando in modo grottesco la realtà e mentendo vilmente per appannare e oscurare i risultati raggiunti dal governo.

La notizia:
In Ecuador è noto come il caso della "Maleta Diplomatica". 10 pacchi che contenevano ben 40 chili di Cocaina liquida per un valore stimato intorno ai due milioni di Euro, provenienti dall'Ecuador, destinati inconsapevolmente al Consolato Ecuadoriano di Milano e che avrebbero dovuto contenere oggetti e materiali provenienti dal paese Sudamericano necessari per realizzare uno spettacolo teatrale gestito da un gruppo di attori ecuadoriani.
Cinque cittadini dell'Ecuador sono stati arrestati dagli agenti del commissariato Bonola con l'accusa di detenzione finalizzata allo spaccio di droga. Un componente della banda Cristian Geovanny Loor, 33 anni, regista e attore teatrale, era riuscito ad instaurare rapporti di lavoro con il personale del consolato per organizzare la spedizione di materiale in Italia tramite un 'pacco diplomatico'.
Il ministero ecuadoriano degli esteri, totalmente all'oscuro degli intenti del regista-attore e dei suoi complici, aveva autorizzato, dietro pagamento, l'uso del canale diplomatico per quella che era stata presentata come una spedizione di materiale promozionale da utilizzare nel corso di una manifestazione divulgativa della cultura e delle tradizioni delle isole Galapagos.
L' inchiesta era partita nel giugno 2011 a luglio. Il traffico dai Caraibi, con metodi tradizionali non avevano funzionato: Adriano Saez Benigni, uno dei "cavalli", era stato pizzicato a Linate lo scorso settembre con 2,2 chili di coca, due mesi dopo era toccato a Fabrizio Morelli, unico milanese del gruppo, preso con 2,7 chili a Madrid. Da qui, l' idea di sfruttare il canale diplomatico e gli agganci di Loor.
La parte più delicata dell'indagine è stata il contatto col il Console e l'addetto al commercio ecuadoriani. Il 17 gennaio scorso, con le 80 tazze alla cocaina ferme a Linate, entrambi vennero convocati per dare l'assenso all'apertura del pacco. Timbri, bolle d'accompagnamento e date di spedizioni erano effettivamente sospetti. Dentro, la sorpresa. Un carico di cocaina liquida con un valore all'ingrosso stimato in 2 milioni di euro. Tagliata, quella cocaina avrebbe fruttato al dettaglio almeno 10 milioni,