In Turchia,
centinaia di prigionieri politici curdi, tra cui tre
Parlamentari hanno iniziato uno sciopero della fame a oltranza,
per chiedere la liberazione del leader del PKK e il pieno
riconoscimento dei diritti politici della popolazione curda.
Dopo uno sciopero della fame a tempo determinato, attuato da
diverse centinaia di prigionieri politici tra il 1 dicembre e il
15 febbraio, la mobilitazione ha raggiunto un coinvolgimento
senza precedenti.
Zeynep Teker, Presidente della Federazione
delle Associazioni che offre assistenza legale alle famiglie dei
prigionieri politici (Tuhad-Fed), ha dichiarato che dal 15
febbraio più di 400 prigionieri politici hanno iniziato lo
sciopero della fame a tempo indeterminato. Più di 6.300 membri
del BDP inclusi 31 sindaci, sei deputati e decine di membri dei
consigli comunali, si trovano attualmente in carcere a seguito
delle operazioni anti KCK, lanciate nell'aprile 2009, poche
settimane dopo lo storico successo del partito curdo in elezioni
comunali. Il regime turco ogni settimana arresta decine di
persone, facendo così lievitare il numero dei detenuti dai
60.000 registrati nel 2002 a agli oltre 130.000 detenuti
attualmente.
I prigionieri sono determinati
Gli scioperanti
stanno protestando contro l'isolamento del leader curdo Abdullah
Ocalan, imprigionato nell'isola di Imrali dal 1999 in stato di
completo isolamento e che da oltre 7 mesi non può usufruire del
diritto di incontrare i suoi avvocati.
I prigionieri hanno
chiesto la liberazione di Ocalan e di tutti i prigionieri
politici, il riconoscimento ufficiale dei diritti collettivi del
popolo curdo nella nuova Costituzione, rimarcando l’importanza
del riconoscimento dell’identità curda e del diritto
all'istruzione in lingua curda. Il Presidente del Tuhad-Fed ha
dichiarato che i prigionieri sono determinati a continuare lo
sciopero della fame fino a quando non verrà rilasciato Ocalan e
ha lanciato un monito al Governo perché soddisfi le richieste
degli scioperanti: "Il governo AKP e il Ministero della
Giustizia saranno ritenuti responsabili per tutte le
ripercussioni negative. La liberazione di Ocalan è una richiesta
comune del popolo curdo".
Lo status di prigioniero di guerra
Da parte loro,
gli 8.000 militanti del PKK detenuti nelle prigioni turche,
hanno annunciato che non abbandoneranno lo sciopero se il
Governo non risponderà positivamente alle loro richieste: “Se le
nostre richieste non saranno prese in considerazione, chiederemo
alle Nazioni Unite di poter beneficiare dello status di
prigioniero di guerra.”
Parlamentari in sciopero
Fuori dalla prigione, il 20 e 21 febbraio circa 20 parlamentari del BDP hanno iniziato uno sciopero della fame, per sostenere i prigionieri. Centinaia di persone in tutto il paese, in particolare a Hakkari, Diyarbakir, Batman, Istanbul, Van e Sirnak, hanno deciso di aderire allo sciopero.
Sindacati
in sciopero
La
sezione KESK di Diyarbakır, ha annunciato che darà inizio a uno
sciopero della fame per denunciare le crescenti e continue
ondate di arresti. Anche i dipartimenti del DISK di Diyarbakir,
Urfa, Dersim, Siirt, Batman, Van, Agri e Kars hanno aderito a
due giorni di sciopero della fame. "Le politiche di negazione e
di eliminazione contro i curdi adottate dall'AKP, non stanno
portando a nessuna soluzione. Noi lavoratori, non ci
arrenderemo", ha detto il Saliha Aydeniz parlando a nome del
KESK. Aydeniz ha aggiunto che i reati di pedofilia commessi
nella prigione Pozantı, rappresentano uno degli strumenti di
oppressione adottati dell'AKP.