Obama segue con la politica dei piccoli passi verso Cuba, mantenendo una certa diffidenza nei confronti del governo cubano e ancora una forte sudditanza verso la lobby anticastrista di Miami.
A parte le revoche delle restrizioni individuali nei confronti dei cubano-americani, con il ritorno a liberi viaggi in patria e nessun limite alle rimesse, le aperture principali sono orientate agli interessi degli imprenditori statunitensi che temono di arrivare tardi e di trovare tutti i posti già occupati, specialmente nel ricco mondo delle telecomunicazioni.
Obama ha infatti autorizzato solamente le compagnie USA di telecomunicazioni a partecipare alle gare per le licenze a Cuba, per i servizi televisivi e di telefonia mobile.
A parte che a La Habana non si fanno gare di appalto, c'è da vedere se verranno concessi i permessi, a imprese USA, da parte del governo cubano in un campo così delicato che da sempre è ritenuto strategico.
Comunque vada, a Cuba, la telefonia mobile già sta avendo un suo corso, le trasmissioni satellitari sono già messe a disposizione da Cina e Venezuela e la rete internet a breve potrà contare sul cavo a fibre ottiche proveniente dal Venezuela.
3 commenti:
Gli Stati Uniti si devono sbrigare, non esiste più il muro a dividere i due sistemi, ormai ci sono potenze economiche che posso offrire servizi e affari commerciali superiori a quelle statunitensi...
È chiaro che la spinta ad eliminare il blocco economico può essere solo per gli affari e non certo per una nuova visione che rispetti il diritto dei cubani a scegliersi il governo e il sistema che vogliono.
Ogni anno che passa gli USA perdono commesse che avrebbero potuto tranquillamente offrire.
Specialmente nel campo dell'alimentazione agricola, i grandi produttori americani, avendo i magazzini pieni, spingono per nuove aperture commerciali.
Promette aperture, ma poi firma, come i suoi predecessori, un'altro anno di embargo...
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