Il “golpe
parlamentare” dello scorso 22 giugno in Paraguay,
contro il Presidente eletto
Fernando Lugo, ha mostrato un effetto boomerang non
calcolato o quantomeno sottovalutato
dall’oligarchia del paese e dagli Stati Uniti: l’entrata del
Venezuela nel MERCOSUR.
Deciso nel corso del vertice dei Presidenti del Paesi membri del MERCOSUR, svoltosi a Buenos Aires il 29 giugno scorso, l’ingresso definitivo del Venezuela nel blocco, avverrà formalmente oggi, 31 luglio, con una cerimonia solenne a
Rio de Janeiro.
Per anni il
Parlamento del Paraguay, era riuscito a bloccarne
l’allargamento al Venezuela di Chavez, ed era uno dei fattori di scontro con il presidente Lugo, probabilmente il principale assieme al tentativo di una riforma agraria.
Ma nei giorni seguenti al colpo di Stato, in violazione del regolamento del blocco, al Paraguay è stata sospesa l'adesione e il
diritto di voto e di veto a
tempo indeterminato. La decisione, è valida
fino al «ripristino delle istituzioni democratiche».
Ed è così che, su proposta della Presidente
brasiliana Dilma Roussef e con l’approvazione immediata dell'omologa argentina Cristina Fernández e di José Mujica, Presidente dell'Uruguay, il
Venezuela entrerà a far parte del MERCOSUR a pieno titolo e definitivamente.
L'organizzazione fu istituita con il Trattato di Asunción firmato il 26 marzo
1991 da Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay, con l'obiettivo di
realizzare un mercato comune, attraverso l’abolizione dei dazi doganali
tra i paesi membri e l’applicazione di tariffe comuni verso paesi terzi.
Il Mercado Común del Sur è ora costituito da
Brasile, Argentina, Uruguay e Venezuela, con la sospensione del
Paraguay, e ha come Stati associati, in veste di osservatori, la
Bolivia, il Cile, la Colombia, l'Ecuador e il Perù.
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