Il 4 agosto 1983, in uno dei paesi più poveri dell'Africa, l'ex colonia francese della Repubblica dell'Alto Volta, incomincia l'esperienza rivoluzionaria di Thomas Sankara. Il paese prenderà il nome di Burkina Faso, "la terra degli uomini integri", e tenta una via autonoma di sviluppo con il forte coinvolgimento delle donne. Sono costruite scuole, centri di pronto soccorso per gli ammalati, dighe pozzi per consentire ai contadini di irrigare i campi e arrivare ad una autosufficenza alimentare.
Il 15 ottobre del 1987 un colpo di stato, per mano dell’attuale presidente Blaise Compaoré,
all’epoca, grande amico e suo braccio destro, metteva fine alla vita di Thomas Sankara e all’esperienza rivoluzionaria che rappresentava allora il Burkina Faso per tutti i popoli dell’Africa.
Il 15 ottobre del 1987 un colpo di stato, per mano dell’attuale presidente Blaise Compaoré,
all’epoca, grande amico e suo braccio destro, metteva fine alla vita di Thomas Sankara e all’esperienza rivoluzionaria che rappresentava allora il Burkina Faso per tutti i popoli dell’Africa.
Il paese ripiomba nella miseria: bambini falcidiati da fame e malattie curabili, il debito estero sempre più assillante, il saccheggio delle risorse naturali da parte delle multinazionali.
Pochi giorni prima della morte aveva affermato: “Abbiamo provato che è possibile eliminare lo sfruttamento, uscire dalla miseria e costruire la felicità per tutti. Quelli che vivono nel lusso sfruttando gli altri ci hanno combattuto e continueranno a farlo. Voi avete di che nutrirvi, ma se la popolazione è nella miseria e continua a restarci, un giorno vi impedirà di mangiare tranquillamente…”
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