12/12/11

Continuano le sparizioni nello Sri Lanka


Ricevo e diffondo il comunicato stampa urgente:

Dal pomeriggio di sabato 11 dicembre non si hanno più notizie di due attivisti per i diritti umani dello Sri Lanka. Sono Lalith Kumara Veeraraj e Kugan Muruganandan di Jaffna,
I due militanti stavano organizzando un'assemblea pubblica per presentare nella città di Jaffna il nuovo “Movimento per lotta popolare” (Peoples Struggle Movement).
Lalith, era partito da Vavuniya il giorno prima, al fine di partecipare alla conferenza stampa indetta, per oggi ed era arrivato alla residenza di Kugan Muruganandan in Awarangal, Jaffna.
Sia Lalith e Kugan, ieri si erano allontanati da casa, su una moto, verso le 17,00. Quella è stata l'ultima volta che si sono visti e successivamente è stata presentata una denuncia di scomparsa alla Polizia di Jaffna.

Costituito subito dopo la fine della guerra, il Peoples Struggle Movement è composto da varie forze politiche, sociali, sindacali, studentesche e contadine e, per la prima volta nello Sri Lanka, un movimento che coinvolge tutte le etnie del paese: tamil, musulmani e cingalesi. Si batte per una vera democrazia, per i diritti umani e le libertà individuali di tutti i cittadini srilankesi.
Lalith Kumar è anche organizzatore di "we are sri lankan" (noi siamo srilankesi), associazione che si occupa della situazione di migliaia di giovani tamil rinchiusi nelle carceri, senza nessuna accusa a loro carico, da più di due anni e mezzo dalla fine della guerra. Inoltre è attivo nell'organizzare manifestazioni contro la massiccia e soffocante presenza dei militari (un soldato ogni 10 abitanti) nelle provincie del nord.
Lalith era già stato fermato per ben 3 volte nell'ultimo anno, minacciato e brutalmente aggredito dai militari.

Nello Sri Lanka, dalla fine della guerra, sono centinaia le persone scomparse, tra oppositori, attivisti e giornalisti, molti dei quali ritrovati morti pochi giorni dopo.

Chiediamo con forza, a tutte le organizzazioni mondiali, di intervenire presso il governo srilankese per richiedere il rispetto dei diritti umani e la fine dei metodi repressivi e intimidatori nei confronti del popolo srilankese e un impegno fin da subito, per richiedere il rilascio immediato dei nostri due attivisti scomparsi.

Scrivete una nota di protesta all'ambasciata dello Sri lanka in Italia: slembassy@tiscali.it    oppure: embassy@srilankaembassyrome.org
Movimento per lotta popolare – Sri Lanka

07/12/11

L'oro del Venezuela torna a casa

 

Il presidente del Venezuela, Hugo Chavez ha annunciato l'arrivo della seconta parte delle riserve auree nazionali rimpatriati nel paese sudamericano.
"È il nostro oro, è la riserva economica dei nostri figli", ha detto Chavez. 
"Non avrebbe mai dovuto lasciare la Banca Centrale del Venezuela, per finire nelle banche di Londra o negli USA", ha detto il presidente.
"Per quanto tempo avremo il nostro oro a Londra? Per vedere se un Re o la NATO lanciano un decreto per dire, questo oro è nostro", si domandava.
Il leader bolivariano ha detto che "nulla è più insicuro di avere l'oro nelle banche in Europa o negli Stati Uniti, dove fallimenti bancari sono all'ordine del giorno".

Non sussiste nessun motivo perchè l'oro venezuelano resti in garanzia nelle banche straniere. Negli anni 80, per la concessione d'un prestito non si accontentarono delle garanzie rappresentate dai giacimenti di idrocarburi e dalle materie prime presenti in Venezuela. No, pretesero ed ottennero dai servili governi di allora, anche una buona parte della riserva d'oro.
Mentre l'economia globale si é inceppata, e l'elite finanziaria va all'assalto delle riserve monetarie e d'oro delle nazioni industrializzate, Chávez ha scartato che l'oro venezuelano sará utilizzato per il pagamento del debito. 
"Sono gli Stati Uniti a non avere con che pagare il loro debito con il mondo, noi non abbiamo nessun problema" ha aggiunto. Il Venezuela non ha più debiti né vincoli con il FMI, e nemmeno con le banche internazionali private. Stringe vincoli diretti con la Cina, Russia, Brasile ecc, collaborazioni strategiche che fanno leva sulle garanzie solide e veraci dei suoi ingenti giacimenti di idrocarburi e di materie prime. La creazione di fondi sovrani da Stato a Stato con tutte le economie emergenti é la linea di Caracas, e i grandi progetti avviati implicano il trasferimento e la cessione di tecnologia.

Due mesi fa, il presidente venezuelano ha desiso di trasferire l'oro dopo che in precedenza ha fatto lo stesso con le riserve in valuta convertibile, passate da banche americane in Europa e poi a paesi emergenti come Cina, Russia e Brasile.
Il carico sarà sorvegliato dalle Forze Armate bolivariano presso la Banca Centrale del Venezuela (BCV). Si prevede di rimpatriare 16.908 di 29.000 lingotti totale detenuta dal paese, secondo il presidente BCV, Nelson Merentes.
La massa totale di riserve auree del Venezuela è di 365 tonnellate, pari a 30.000 milioni di dollari, classificato quindicesimo in tutto il mondo.

01/12/11

Parmalat venezuela, presa con le mani nel...latte

La Parmalat Dairy Company, controllata dal gruppo francese Lactalis, si è scusata con il Presidente venezuelano Hugo Chavez, per i fatti avvenuti, dopo che i militari hanno trovato in uno dei loro punti vendita più di 200 tonnellate di latte in polvere, proprio nel mezzo di una crisi, artificiale e pianificata, di speculazione per la scarsità di materie di prima necessità come il latte in polvere.

Chavez aveva denunciato la
Parmalat di accaparramento dei prodotti e favorire il mercato nero e la speculazione.
Fenomeno che si tenta di bloccare attraverso la nuova legge di costi e prezzi, in vigore dalla scorsa settimana, che permette al governo anche di espropriare le aziende che violano le leggi venezuelane

In un primo momento, Parmalat ha descritto come "strana" e temporanea l'accumolo di circa 210 tonnellate di latte conservato trovato presso il suo stabilimento di El Vigia, nello stato di Merida, e ha dichiarato che sia il Ministero dell'alimentazione, come il Sovrintendente Nazionale di Silos, Magazzini e Depositi agricoli (SADA) erano stati informati della questione.

Questa risposta non aveva convinto Chavez, che ha accusato l'azienda italiana di "prendere per il culo" il Governo venezuelano. "Signori della Parmalat, non siamo stupidi!" Disse il fine settimana.

"Ci rivolgiamo con rispetto a voi in questa occasione per offrire le nostre più sentite scuse per non aver raggiunto il nostro obiettivo come azienda, per comunicare adeguatamente ciò che è accaduto nel caso specifico delle quote latte conservato",
dicchiarò Parmalat in un comunicato pubblicato Martedì nella stampa locale .

L'azienda italiana ha detto che la sua intenzione non era "minare gli sforzi" del governo Chavez d'onore "a favore della catena alimentare e la tutela dei consumatori nazionali". "Ci rammarichiamo per il disagio creato dalla nostra dichiarazione precedente e di offrire le nostre scuse a voi e al governo".